Giovanni CESCA

Giovanni Cesca

 

GIOVANNI CESCA
di Roberto Costella
1998

 

La svolta pittorica effettuata da Giovanni Cesca alla fine degli anni novanta, sembra essersi sostenuta su ragioni personali, sia etiche che estetiche.
Giovanni Cesca ha ascoltato il richiamo delle "radici", si è riappropriato delle sue origini e delle terre d'origine. Al contempo è ritornato alla pittura associata a quel mondo, all'arte che ha saputo dichiarare l'organico rapporto tra natura e cultura: quella della grande tradizione veneziana.
Soggetti preferenziali sono diventati i paesaggi fluviali, il corso d'acqua e i suoi dintorni, il mondo vegetale che sull'acqua si affaccia. Un microcosmo, sottratto alla corruzione della contemporaneità, dove ancora il tempo ciclico delle stagioni naturali sembra sposarsi al tempo dell'uomo. Così il percorso di Giovanni Cesca, dopo tanto sperimentalismo è infine giunto là dove era partito, riscoprendo la cultura dei padri, quella che dà identità e continuità, quella che è eredità e libertà.
Approda là dove era salpato, ma ricco del patrimonio esperienziale del vissuto intercorso; la meta possibile è diventata meta necessaria, il luogo dell'eterna partenza e dell'eterno ritorno.
In senso antropologico e topografico, culturale e pittorico, Giovanni Cesca si è riavvicinato al mondo veneto, ne ha colto lo spirito, l'essenza vitale. Ha recuperato la peculiarità di quello spazio e di quella luce; ha rivissuto la storia di quella cultura e di quella natura.
Allontanandosi da una realtà artificiosa e alienante, Giovanni Cesca si è immerso in un mondo autentico e appagante, dove la presenza umana ha potuto e può ancora rintracciare i segni di una storia che si rinnova.
Si è avvicinato al fiume e ai suoi argini percorrendone le golene; è entrato in simbiosi con questa natura amena instaurando un rapporto di contemplazione attiva.
La consonanza spirituale, la consapevolezza culturale e il magistero tecnico di Giovanni Cesca, hanno prodotto una pittura tersa e nitidissima, sia visivamente che concettualmente, espressione di lirica armonia e di un'estetica senza tempo.
La luce domina assoluta, sostanzia il mondo rappresentato, definendo e accordando ogni cosa: dal cielo all'acqua, alla terra, al verde.
Non è luce attimale, sta eternamente sorgendo mentre si posa ad avvolgere e determinare le cose; è elemento vitale che rende possibile un microcosmo, ma in uno spazio ideale, sospeso tra mondo fisico e onirico, tra sfera naturale ed estetica.
E' il realismo magico della pittura di Giovanni Cesca, che è chiara, leggibile, vicina, ma racconta di luoghi alla fine insondabili: così velati e delicati, intimi e silenziosi, esclusivi e ideali. E' la pittura della sublimazione, del mistero, del sacro naturale.

 

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