“BEFORE AND AFTER”: “THE NEW VISION”
“ ART OF THIS CENTURY “:
DIMENSIONE “COMPUTER”
CASTELLI IN ARIA CON IMPROVVISAZIONI IN MOVIMENTO
di Giuliana Lucia Barosco
1980
L’abbondanza
del titolo indica una mia necessità di spiegare in anticipo,
sintetizzata in tre frasi, ma tuttavia incisive e a proposito.
A soli pochi mesi di distanza si ripresenta a Bologna con una nuova
mostra Giovanni Cesca, dimostrando una non contraddittoria evoluzione
della sua opera.
Il debutto avvenuto a maggio presentava infatti opere che risalivano a
sei anni fa, ed ora, coerentemente rinnovato ed arricchito, ritorna il
“lei-motiv” in una frizzante e conturbante “exibition”.
Possono trascorrere anni, infatti, tra la ricezione e la restituzione
produttiva, frammenti di impressioni diverse possono essere restituiti
in una nuova combinazione, o antiche impressioni riattivate dopo anni
di latenza da impressioni più recenti.
Ciò che si é sedimentato nel cuore dell’artista, ora lo troviamo così
sulla tela, una fantasmagoria di cose sciolte in una ritmica
composizione cinetica, che ci invita a partecipare alla danza, in uno
stravagante “ show”.
Il passo è breve, infatti, per ritrovarsi da spettatori affascinati ad
attori frastornati, sulla scena di un film, privati della forza di
gravità in una rotazione “catastrofica” di segmenti di cerchio e
anelli.
La tela è uno spettacolare e luminoso “ luna park “, è uno scintillante
e colorato “ carnaval d’arlequin “, è in fondo la poesia della
solitudine e il sogno di una cosa.
In sostanza è in caos, che attraverso lo stato di tensione anela
all’equilibrio, mentre i coni e i cilindri che s’interpretano grazie a
effetti-luce, rappresentano la liberazione del mondo dalla condizione
terrestre.
Le forme si librano immateriali, in uno spazio sconfinato, sembrano
varcare la cornice del quadro e volare senza difficoltà verso
quell’infinito al quale l’artista aspira, in una volontà di
trascendenza.
Il fine è l’armonia universale, che qui si realizza nel rapporto di
forma e colore, sostenuto dai principi delle matematiche e della
musica.
Due sono infatti gli argomenti determinanti delle tele: la preponderanza del colore e una composizione centrifuga.
Inseriti in fatti in una forma geometrica, come le note nelle misure di
una partitura musicale, i colori determinano qui un movimento che si
svolge nel tempo, tutto il piano è messo in rotazione dai contrasti e
dalle analogie dei colori: gli anelli girano e dalla superficie del
quadro si sprigiona una melodia che oltrepassa i limiti geometricamente
stabiliti dei segmenti.
Non si tratta solo di accordi visivi di colori, ma anche di un ritmo
che si realizza nella dimensione del tempo.
L’”abstraction-crèation” dell’artista, va perciò dell’emozione
estetica, formulando il concetto della vita rinnovatesi perennemente,
per una voglia di futuro che ricorda l’aurora.
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