Giovanni CESCA

Giovanni Cesca

LA COMMISSIONE

 

Nella primavera dell'89 la Parrocchia di S. Maria Assunta ritenne opportuno collocare una Via Crucis nella propria chiesa disadorna di immagini. L'invito a cimentarsi su questo tema fu rivolto al pittore sandonatese Giovanni Cesca che nel corso dell'anno disegnò alcuni schizzi e delineò le caratteristiche dell'opera nel suo insieme. Successivamente il progetto venne definito nella realizzazione delle varie formelle e nello sviluppo dell'ultima stazione in una pala da collocare sulla parete centrale, come punto di riferimento per la preghiera. L'opera realizzata, pur essendo contemporanea, è ricca di riferimenti storici provenienti dall'antica tradizione artistica e religiosa.

 

LE STAZIONI DELLA VIA CRUCIS

La forma esterna I motivi che hanno portato alla scelta della forma esterna di ciascuna stazione sono stati suggeriti dalle linee perimetrali ed interne dell'edificio. La chiesa di S. Maria Assunta, costruita negli anni '60, ha una forma perimetrale irregolare poiché esprime il modello di ricerca caratteristico di quel periodo: pianta asimmetrica, altezze diversificate, con il risultato che ciascuna parte è diversa dall'altra. Nel progettare la Via Crucis è stato tenuto conto di questi aspetti chehanno trovato espressione nella ricerca sulle linee asimmetriche che disegnano i bordi delle stazioni.

Ciascuna formella esprime così il concetto di unicità di ciascuna parte rispetto al tutto ma, allo stesso tempo, è in sintonia con il significato dell'intera opera che diventa l'elemento unificante: la sofferenza e la morte si trasformano in vita. Se il contenuto della formella rimanda alla sofferenza e alla morte, un'altra parte indica la vita, II superamento della difficoltà. La forma che risponde a questa idea sia sul piano simbolico che estetico è corrispondente ad una "V". La V è l'iniziale della parola latina Vincit che riassume il concetto della

Risurrezione: la vittoria della vita sulla morte. L'originalità dell’opera collocata nella chiesa di Mussetta è nell'aver avutopresenti contemporaneamente questi due aspetti.

 

LE FIGURE E IL VALORE SIMBOLICO DEL COLORE

Nelle varie stazioni sono stati raffigurati i momenti della passione in modo essenziale, ponendo particolare cura alle espressioni dei volti e agli atteggiamenti delle varie figure.

I toni delle vesti e dell'incarnato sono resi con la tecnica delle sovrapposizioni di colore quasi trasparente su base cromatica in pasta.

I blu della croce ricorda lo spazio profondo del cielo e suggerisce come uno strumento di morte possa aprire l'ani- mo ad uno spazio nuovo, ampio come quello che sta sopra di noi.

Il colore nero simbolizza il vuoto, lo smarrimento nei momenti di grande difficoltà ed è stato utilizzato nelle formelle che raffigurano le tre cadute.

Nell'ultima stazione, che ha lo sviluppo di una pala, il colore luminoso delle figure e dello sfondo indica la luce divinae al contempo consente di ravvivare le pareti in mattoni.

 

I MESSAGGI DEL PASSATO PRESENTI NELLE FORMELLE

Nella tradizione artistica veneta e più largamente italiana del periodo medioevale, il fondo oro era usato normalmente attorno alle parti dipinte. In questa Via Crucis l'oro suggerisce la preziosità del messaggio che proviene dal passato in ambito religioso e artistico dei qual è necessario tener conto per costruire armoniosamente il presente e il futuro. La "cultura dei nostri giorni" ha spesso ridotto il valore delle radici anche lontane; con questa Via Crucis viene offerta l'occasione per riflettere sui messaggi provenienti dal passato che sono alla base della nostra identità.

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Cesca

 

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